• La terapia con beta-bloccanti a lungo termine ha rallentato il tasso di dilatazione aortica e diminuito l’incidenza di complicanze aortiche nei pazienti con sindrome di Marfan. Diversi studi hanno anche suggerito che la terapia con beta-bloccanti può ridurre il tasso di espansione e rischio di rottura; tuttavia, mancano prove conclusive.
• Un recente studio multicentrico su 5362 pazienti con AAA non ha rilevato un’associazione significativa tra la progressione dell’AAA e l’uso di statine, beta-bloccanti, inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina o bloccanti del recettore dell’angiotensina II.
• In pazienti ad alto rischio sottoposti a riparazione AAA, in particolare quelli con malattia coronarica o quelli con più di un fattore di rischio basato sulle linee guida dell’American Heart Association (AHA), somministrazione preoperatoria di beta-bloccanti titolati ad avere una frequenza cardiaca obiettivo di 60 bpm hanno dimostrato che diminuisce l’incidenza di morte per cause cardiache o infarti miocardici non fatali. I beta-bloccanti iniziati entro 24 ore dalla procedura non hanno mostrato alcun vantaggio; tuttavia beta-bloccanti che il paziente sta già prendendo dovrebbe essere continuati.