La colangiografia è una metodica di studio delle vie biliari che viene eseguita tramite una radiografia con l’utilizzo di mezzo di contrasto radiopaco che permette una miglior visualizzazione delle vie biliari.
Colangiografia può essere eseguito in diversi modi.
Si deve tenere conto che le vie biliari hanno un alto tasso di variazioni anatomiche, cosa che rende difficile l’interpretazione degli esami e può aumentare il rischio di lesioni iatrogene durante le procedure.
TIPI PIÙ COMUNI DI COLANGIOGRAFIA
Colangiografia transepatica percutanea (PTC)
Colangiografia percutanea attraverso drenaggi
Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP)
Colangiografia intraoperatoria
Colangiografia transepatica percutanea (PTC)
Colangiografia transepatica percutanea (PTC) si realizza cona la puntura del dotto biliare attraverso la cute e il parenchima epatico.
È un’ottima opzione per i casi in cui l’ERCP non ha successo, per i pazienti con patologie biliari prossimali e per i pazienti che non sono candidati per l’ERCP.
La fluoroscopia mostra i dotti biliari impegnati dal contrasto e un catetere/ago, anch’esso con contrasto, inserito attraverso il fegato.
Colangiografia percutanea attraverso drenaggi
La colangiografia percutanea attraverso drenaggi viene solitamente eseguita nel periodo postoperatorio di un intervento chirurgico in cui si è deciso di lasciare un catetere nelle vie biliari. L’esami più comuni di questo metodo è “colangiografia attraverso il drenaggio di Kehr” oppure tramite il sondino nasobiliare riferendosi a un drenaggio comunemente utilizzato nell’albero biliare. Questo metodo può essere utilizzato per cercare residui di calcoli biliari, fistole biliari o anche stenosi (ostruzioni).
In fluoroscopia, con questa metodica è identificabile la presenza di un catetere in via transperitoneale con mezzo di contrasto al suo interno o, nel caso del sondino nasobiliare, presenza di sondino con contrasto al suo interno nell’esofago e stomaco.
Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP)
ERCP è oggi uno dei metodi più frequenti di colangiografia.
Si tratta di una procedura endoscopica in cui il medico identifica la papilla duodenale di Vater, inserisce un filo guida nelle vie biliari e, successivamente, un catetere per l’iniezione del mezzo di contrasto.
Questo metodo è meno invasivo e ideale per valutare e trattare fistole e ostruzioni, nonché coledocolitiasi (calcoli nel dotto biliare).
In questo esame è riconoscibile in fluoroscopia la presenza dell’endoscopio, che si presenta come uno strumento opaco che segue il percorso duodenale.
Colangiografia intraoperatoria
La colangiografia intraoperatoria (IOC) viene tradizionalmente eseguita attraverso un catetere inserito nel dotto cistico per valutare la presenza di calcoli biliari nei dotti biliari durante una colecistectomia.
Tuttavia, questo test può essere eseguito anche mediante puntura nel dotto biliare o nel dotto biliare comune stesso, in altri tipi di chirurgia (traumi, tumori, tra gli altri).
L’aspetto fluoroscopico di questo esame è molto simile a quello della colangiografia con drenaggio percutaneo, ma è un esame intraoperatorio e di solito viene eseguito utilizzando un catetere di calibro molto più piccolo rispetto al drenaggio di Kehr.
Come differenziare questi 4 tipi di esame nell’immagine radiologica?
Se si seguono questi passaggi, diventa una cosa semplice:
-Nell’immagine radiologico cerchi la presenza di endoscopio. Se questo è presente, abbiamo da fare con un ERCP.
-In caso contrario, scopri se il paziente è stato operato e ha un drenaggio o se si tratta di un esame intraoperatorio.
Quindi, cerchi di differenziare la colangiografia dal drenaggio percutaneo da quella tramite drenaggio intraoperatorio.
Questa differenza c’è nel calibro del drenaggio (drenaggio intraoperatorio è di solito più sottile) e nel sito in cui è posizionato il drenaggio (di solito quello intraoperatorio è inserito nel dotto cistico mentre in quello eseguito nel posto-operatorio, il drenaggio è nel coledoco).
-Se il paziente non ha una storia di intervento chirurgico o sull’immagine non è presente un endoscopio, si tratta di un PTC osservando se il catetere attraverso il quale viene iniettato il contrasto ha un percorso attraverso il fegato (transepatico).
-Valutare il contrasto nel dotto biliare: se solo la porzione prossimale (“al di sopra” della confluenza dei dotti epatici) presenta contrasto, allora l’esame dovrebbe essere una colangiografia transepatica percutanea, associata ad un’ostruzione distale.
-Infine, fatte molta attenzione agli esami, perché può essere un mix di esami, ad esempio un paziente sottoposto a colecistectomia con colangiografia intraoperatoria in cui il chirurgo ha richiesto ERCP intraoperatoria. In questo caso si vede nell’immagine un endoscopio e un catetere probabilmente transcistico.