Se si seguono questi passaggi, diventa una cosa semplice:
-Nell’immagine radiologico cerchi la presenza di endoscopio. Se questo è presente, abbiamo da fare con un ERCP.
-In caso contrario, scopri se il paziente è stato operato e ha un drenaggio o se si tratta di un esame intraoperatorio.
Quindi, cerchi di differenziare la colangiografia dal drenaggio percutaneo da quella tramite drenaggio intraoperatorio.
Questa differenza c’è nel calibro del drenaggio (drenaggio intraoperatorio è di solito più sottile) e nel sito in cui è posizionato il drenaggio (di solito quello intraoperatorio è inserito nel dotto cistico mentre in quello eseguito nel posto-operatorio, il drenaggio è nel coledoco).
-Se il paziente non ha una storia di intervento chirurgico o sull’immagine non è presente un endoscopio, si tratta di un PTC osservando se il catetere attraverso il quale viene iniettato il contrasto ha un percorso attraverso il fegato (transepatico).
-Valutare il contrasto nel dotto biliare: se solo la porzione prossimale (“al di sopra” della confluenza dei dotti epatici) presenta contrasto, allora l’esame dovrebbe essere una colangiografia transepatica percutanea, associata ad un’ostruzione distale.
-Infine, fatte molta attenzione agli esami, perché può essere un mix di esami, ad esempio un paziente sottoposto a colecistectomia con colangiografia intraoperatoria in cui il chirurgo ha richiesto ERCP intraoperatoria. In questo caso si vede nell’immagine un endoscopio e un catetere probabilmente transcistico.