Io sottoscritta/o ________________________________nata/o a ________________il __________ dichiaro di essere stata/o informata/o sia durante la prima visita che durante il ricovero, in modo chiaro ed a me comprensibile dal Prof/Dott. ______________________________ che l’affezione riscontratami è una PATOLOGIA DEL RENE definita: . ____________________________________________ e che per essa è indicato l’intervento chirurgico.
Le indagini eseguite in precedenza depongono per la presenza di un tumore del rene oppure di un tumore delle vie urinarie (calici renali, bacinetto renale, uretere) La maggior parte di questi tumori è, purtroppo, di tipo maligno.
Se non trattati, i tumori maligni crescono ed invadono organi adiacenti (p.es. vene renali, intestino, vescica, fegato, pancreas). Cellule tumorali possono staccarsi dal tumore principale e giungere, attraverso il sangue o le vie linfatiche, in altre sedi del corpo, ove possono dare origine a metastasi in organi a distanza (p.es. polmone, ossa, cervello). Il tumore può causare un’emorragia pericolosa per la vita. Un tumore che ostacoli il deflusso dell’urina comporta l’insorgere di ristagno d’urina, spesso molto doloroso, e di danno renale, fino alla perdita completa della funzione del rene. L’asportazione completa di un tumore maligno offre le migliori prospettive di guarigione. In caso di tumori benigni sarà il medico a definire, nei singoli casi, se sia necessario un intervento operatorio.
L’ intervento proposto è la nefrectomia totale □ o nefrectomia parziale □
□ Intervento “a cielo aperto “
Il rene, ed eventualmente l’uretere, vengono asportati attraverso un taglio della parete addominale o del fianco. L’intervento chirurgico prevede un’incisione addominale anteriore o laterale sottocostale a seconda delle dimensioni del rene, delle condizioni generali del paziente e della attitudine del chirurgo.
□ Intervento laparoscopico
Come primo passo, per consentire una buona visualizzazione, viene introdotta anidride carbonica nella cavità addominale. Successivamente, attraverso un’incisione di 1 – 2 cm sotto l’ombelico, viene inserito nel cavo addominale un tubo introduttore, destinato all’introduzione di uno strumento ottico (laparoscopio), dotato di mini telecamera. Tramite altre piccole incisioni s’inseriscono ulteriori tubi per l’introduzione di speciali strumenti operatori (p.es. pinze e forbici sottili, porta aghi, strumenti per la coagulazione del sangue). Il chirurgo che esegue l’intervento mantiene la visione del campo operatorio su di un monitor.
L’ulteriore procedura operatoria dipende soprattutto dal tipo del tumore, dalle sue dimensioni e dalla sede.
□ Asportazione radicale del rene ed eventualmente dell’uretere
Il rene malato viene asportato completamente, con tutta la capsula di grasso, il tratto superiore dell’uretere, eventualmente il surrene omolaterale e, se presenti, eventuali trombi venosi neoplastici renali o cavali tramite apertura o resezione della parete della vena.
Se il tumore interessa la via escretrice vengono asportati anche l’uretere in toto e parte della vescica nella zona di connessione con l’uretere stesso (“piattello vescicale”). La informeremo nel caso in cui sia possibile stabilire prima dell’intervento se è necessario asportare anche linfonodi e vasi linfatici.
□ Asportazione parziale del rene/enucleoresezione renale:
Nel caso di tumori benigni o di tumori maligni di piccole dimensioni è sufficiente, in molti casi, la sola asportazione del tumore. In presenza di un solo rene, ovvero nel caso di scarsa funzione del rene controlaterale oppure infine se si tratta di un tumore che colpisce entrambi i reni, si asporta, se possibile, solo la parte malata, in modo da evitare al paziente la dialisi. Sul tessuto prelevato si esegue l’esame istologico. E’ possibile l’insorgenza di complicanze tardive come la comparsa di insufficienza renale acuta o cronica.
Possibili modificazioni o estensioni dell’intervento
Se un tumore maligno ha invaso organi adiacenti può essere necessario asportare, in tutto o in parte, anche questi.
La preghiamo di esprimere il Suo consenso per modifiche, estensioni o utili variazioni della tecnica concordata (p.es. la conversione di un intervento laparoscopico in un’operazione “a cielo aperto“ se dovesse rendersi necessario per eventuali sopravvenute complicanze).
Conseguenze dell’intervento
Un solo rene, se sano, è più che sufficiente a garantire un’adeguata depurazione dell’organismo. Se devono essere asportati entrambi i reni o se l’altro rene è gravemente danneggiato sarà necessaria una dialisi renale per il resto della vita; in casi particolari si pone successivamente la possibilità del trapianto di rene. Nel maschio, dopo uno svuotamento allargato dei linfonodi si può verificare una condizione di infertilità, poiché l’eiaculato refluisce nella vescica (orgasmo secco); la percezione sessuale non ne risulta influenzata. Se desidera avere figli dopo l’intervento si consulti con i medici sulla possibilità del congelamento del liquido seminale (crioconservazione).
Complicanze che possono insorgere
Raramente, nonostante la massima accuratezza operatoria, si possono subire lesioni o danni di organi adiacenti (p.es. fegato, milza, intestino), di vasi sanguigni o di nervi. Nel particolare segnaliamo:
- emorragia retroperitoneale, pneumotorace (1-10%), lesioni della pleura, del pancreas, del fegato, del duodeno, del colon
- lesioni della milza (negli interventi sul rene di sinistra) che possono richiedere anche la contestuale splenectomia (1- 24 %)
- ileo paralitico ed occlusione intestinale (1.8%)
Gravi complicanze, come peritonite, paralisi intestinale, occlusione intestinale o emorragie maggiori o grossi ematomi, che richiedano un’operazione successiva o una trasfusione di sangue, sono rare. Gli ematomi minori si riassorbono di solito spontaneamente.
In rari casi:
- è necessario drenare dalla cavità pleurica raccolte di aria (pneumotorace) o di liquido (versamento pleurico). Lesioni intraoperatorie della pleura si riconoscono di solito sul momento e si riparano suturandole;
- è necessario aspirare o drenare chirurgicamente accumuli di linfa dopo l’asportazione di linfonodi e vasi linfatici;
- si hanno disturbi di guarigione della ferita o si sviluppano infezioni maggiori. Se si forma un
ascesso, sarà necessario riaprire la ferita per fare defluire le secrezioni purulente;
- l’interruzione di rami nervosi è causa di disturbi della sensibilità o di dolori persistenti anche
importanti (nevralgia), oppure, raramente, di debolezza della parete addominale (“bombè” persistente della parete addominale nelle incisioni sul fianco; laparocele).
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Complicanze molto serie che possono compromettere le funzioni vitali (cuore, circolazione, respirazione, reni) e danni permanenti (p.es. a carico del sistema nervoso o dei reni, paralisi) sono molto rare.
Come dopo ogni intervento chirurgico, nelle grosse vene possono formarsi coaguli (trombosi) che, staccandosi dalla parete vascolare, possono andare ad ostruire un vaso sanguigno (embolia). Come misura preventiva si procede fra l’altro alla somministrazione di anticoagulanti (p.es. un’iniezione sottocutanea di eparina a basso peso molecolare) che può causare, però, tendenza al sanguinamento e un disturbo molto grave della coagulazione.
Aderenze nel cavo addominale possono causare dolori cronici anche a distanza di molto tempo dall’operazione. Dopo interventi maggiori può comparire un’occlusione intestinale che è di solito curabile con farmaci; un ulteriore intervento chirurgico è raramente necessario.
Il chirurgo mi ha sufficientemente informato/a sull’incidenza che hanno queste complicanze (anche nella sua Unità Operativa), spiegandomi come la chirurgia, benché eseguita con tecnica rigorosa, non possa considerarsi esente da rischi e che il rischio può essere aumentato dalla/e malattia/e associata/e da cui sono affetta/o__________________________________________. Sono stato/a altresì informato/a che in ogni caso residueranno una o più cicatrici a livello addominale. Sono comunque consapevole che, presentandosi la necessità di salvarmi da un pericolo imminente e non altrimenti evitabile o da un danno grave alla mia persona, o se si constatassero difficoltà ad eseguire l’intervento chirurgico con la tecnica propostami, verranno poste in atto tutte le pratiche che i sanitari curanti riterranno idonee a scongiurare o limitare tale pericolo e, comunque, a portare a termine l’intervento chirurgico in sicurezza, ove necessario, anche modificando il programma terapeutico. Ciò premesso, Dichiaro di essere stato/a invitato/a a leggere con molta attenzione quanto riportato in questo scritto che corrisponde, peraltro, a quanto ampiamente spiegatomi oralmente. Dichiaro, altresì, di avere ben compreso il significato di quanto mi è stato esposto e di non avere ulteriori chiarimenti da avanzare oltre a quelli che mi sono stati già forniti. Quindi, consapevolmente. Acconsento □ Non acconsento □ al trattamento chirurgico propostomi, che verrà praticato dall’equipe di questa Unità. Autorizzo □ Non autorizzo □, inoltre i sanitari curanti, ove durante 1’intervento chirurgico venissero evidenziate altre patologie non precedentemente diagnosticate, a provvedere, secondo scienza e coscienza, al loro trattamento, anche modificando il programma terapeutico prospettatomi e preventivamente concordato. Autorizzo □ Non autorizzo □ 1’utilizzo dei tessuti e/o di organi eventualmente asportatimi durante il trattamento, al fine di formulare una diagnosi isto-patologica, ma anche per procedure finalizzate al miglioramento delle conoscenze in campo scientifico. Inoltre, Acconsento □ Non acconsento □ che nel corso di procedure diagnostiche e/o terapeutiche vengano eseguite riprese filmate e/o fotografiche e che queste vengano utilizzate in ambito medico per migliorare le conoscenze scientifiche, nel completo riserbo della mia privacy.
Data______________________________
Firma del Paziente Firma del Medico
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