La variabilità di sede, estensione e caratteristiche delle lesioni della malattia di Crohn, rende conto del diverso grado dei deficit nutrizionali, da assenti a invalidanti.
Nel morbo di Crohn del tenue, con o senza interessamento del colon (80-85% dei casi), si può sviluppare malassorbimento con deficit calorico-proteici anche molto gravi, in particolare dopo estese o multiple resezioni del tenue.
Queste possono determinare la “sindrome dell’intestino corto” (<100 cm) che spesso richiede una nutrizione enterale (NE) e, nei casi più gravi, un supporto per via venosa.
A monte delle stenosi, i batteri possono aumentare di numero in misura tale da competere con il normale assorbimento.
In età pediatrica, il morbo di Crohn del tenue può determinare gravi deficit di crescita e di sviluppo e osteomalacia.
I deficit di micronutrienti più frequenti nel morbo di Crohn del tenue includono: vitamina B12 e acido folico (anemia macrocitica, neuropatie); vitamina D e ipocalcemia (osteoporosi); albumina (edemi declivi, complicanze post-chirurgiche); ferro (anemia sideropenica, amenorrea); zinco (lesioni cutanee).
Nel morbo di Crohn concorrono ai deficit nutrizionali anche l’ipercatabolismo conseguente all’infiammazione cronica, l’essudazione da ulcerazioni o fistole e il ridotto apporto calorico derivante dalla presenza di sintomi o dal timore della loro insorgenza.
Non è rara la limitazione di specifici nutrienti (inclusi glutine, latte e latticini) ritenuti nocivi dal paziente a prescindere dalla loro reale responsabilità nel provocare disturbi.
Nel morbo di Crohn del colon (15% circa) prevale il ridotto assorbimento di acqua ed elettroliti.
ALIMENTI DA EVITARE
Non vi sono controindicazioni assolute relative all’assunzione di alimenti specifici, quali alcol, fritti, caffè, gelati o pizza, come spesso ritenuto dai pazienti.
Limitare l’assunzione di fibre (soprattutto verdure, crusca, legumi, bucce di frutta) è consigliato soprattutto nella MDC con stenosi del tenue.
Tale indicazione è meno rilevante nella MDC senza stenosi, soprattutto se limitata al colon, ma la fermentazione di carboidrati non assorbibili può favorire il meteorismo. Le tossinfezioni alimentari possono innescare una riacutizzazione della MDC.
È pertanto consigliabile evitare alimenti crudi, soprattutto pesce, che ne aumentino il rischio, e scegliere accuratamente le sedi per i pasti fuori casa.
Durante le fasi attive possono essere indicati la sospensione della normale alimentazione per bocca e il ricorso alla NE, che ha mostrato un’efficacia anche nell’induzione della remissione, soprattutto in età pediatrica.
In età adulta, la NE può essere indicata nelle fasi più gravi di attività.
Le diete elementari o semielementari possono essere indicate anche come supplemento in caso di malnutrizione.
ALIMENTI CONSIGLIATI
Non esiste una dieta specifica per la MDC, né tantomeno una dieta adatta a tutti i pazienti.
Le diete auto prescritte, talora fortemente restrittive, sono per lo più inutili e spesso dannose.
L’assunzione di ≥1,5-2L acqua/die è indicata, soprattutto in caso di pregresse resezioni, anche per ridurre il rischio di litiasi renale ossalica, frequente nella MDC del tenue e legata al malassorbimento di grassi.
È sempre consigliabile un’alimentazione che includa tutti i nutrienti e preveda un adeguato apporto di proteine (1 mg/Kg) e calorie.
Sono preferibili i pasti piccoli e frequenti, che limitano il rischio di sintomi come il dolore e la distensione addominale e le subocclusioni, soprattutto in caso di stenosi.
Se queste sono serrate o multiple può essere utile seguire, una o due volte a settimana, una dieta liquida o semiliquida senza scorie.
I pasti frequenti riducono inoltre il rischio di litiasi della colecisti, frequente nella MDC ileale per riduzione dell’assorbimento di acidi biliari.
Ferro e vitamine necessitano spesso di supplementi (anche parenterali), facendo particolare attenzione a garantire un apporto adeguato di calcio e vitamine liposolubili (A, D, E, K).
ALIMENTI DUBBI
Latte e derivati possono indurre diarrea secondaria al deficit di lattasi, ma molto meno frequentemente di quanto non si ritenga.
Per evitare di aumentare il già alto rischio di osteoporosi, le restrizioni di alimenti contenenti lattosio (che rappresentano la principale fonte di calcio e vitamina D) devono basarsi su una valutazione oggettiva come il breath test al lattosio.