Mobilizzazione retropancreatica
Questa manovra ha per obiettivo liberare il duodeno per esporre tutte le sue facce.
Viene spesso preceduto dal distacco coloepiploico destro con abbassamento dell’angolo colico destro e del mesocolon traverso per esporre il blocco duodenopancreatico.
Il peritoneo parietale posteriore viene inciso verticalmente a ridosso della seconda porzione del duodeno per qualche centimetro.
Passare nel piano giusto richiede da parte dell’aiuto la trazione mediale del blocco duodenopancreatico e una trazione laterale del foglietto peritoneale con le pinze da parte del chirurgo.
Questa manovra permette di esporre il tessuto cellulare lasso che indica il piano avascolare corretto, né troppo davanti al pancreas né troppo indietro nel grasso prerenale.
Lo scollamento prosegue sino a esporre la faccia anteriore della vena cava inferiore.
Lo scollamento prosegue verso il basso con la liberazione del ginocchio inferiore e verso l’alto con la sezione del ginocchio superiore mediante dissezione del foglietto peritoneale a raso del duodeno.
Il peritoneo del ginocchio superiore prosegue con il legamento portocavale che rappresenta il limite inferiore dello iato di Winslow. Questo legamento deve essere sezionato tra legature.
Lo scollamento nella mobilizzazione retropancreatica, può essere esteso al bisogno medialmente per esporre l’aorta e/o verso la terza porzione del duodeno sino ad attraversare la radice del mesentere.
Al termine dello scollamento si potrà inserire una pezza laparotomica nella zona di scollamento, posteriormente al blocco duodenopancreatico, onde facilitarne l’esposizione.