Non esiste una definizione unanime di ciò che costituisce esattamente il dolore cronico che compare in seguito ad interventi specifici.
In caso di riparazione di ernie inguinali, i modelli di dolore possono variare a seconda delle strutture e degli organi coinvolti e del tipo di riparazione eseguita.
Il dolore inguinale postoperatorio cronico (CPIP) rimane una sfida complessa, con diverse influenze di tipo psicologico, sociale, genetico e comportamentale. Il CPIP è una grave complicanza che colpisce il 10-12% dei pazienti sottoposti ad intervento di ernia ingunale.
Cos’è il dolore inguinale postoperatorio cronico?
È definito come un dolore moderato fastidioso che impatta sulle attività quotidiane, della durata di almeno 3 mesi postoperatori.
Quali sono i fattori di rischio del dolore inguinale postoperatorio cronico?
I fattori di rischio di CPIP sono:
- giovane età
- sesso femminile
- dolore acuto preoperatorio precoce
- dolore acuto postoperatorio precoce
- ernia ricorrente
- riparazione open
Quali possono essere le misure preventive?
Per quanto riguarda il CPIP, l’attenzione dovrebbe essere focalizzata sul riconoscimento dei nervi in caso di intervento chirurgico open e, in casi selezionati, sulla resezione pragmatica profilattica dei nervi (non è suggerita la resezione pianificata).
Una resezione del nervo ilioipogastrico profilattica pianificata non è suggerita.
La resezione pragmatica del nervo ilioinguinale e/o del nervo ilioipogastrico è raccomandata se si verifica una lesione iatrogena del nervo o se il nervo o i nervi interferiscono con la posizione della mesh.
Come trattare il dolore inguinale postoperatorio cronico?
Il dolore postoperatorio immediato acuto/lancinante aumenta la possibilità di essere davanti lesioni vascolari o nervose. Un intervento chirurgico tempestivo, nello stesso giorno, è suggerito per escludere o gestire queste complicanze.
Si suggerisce che la gestione del CPIP sia eseguita da team multidisciplinari.
Inoltre, si suggerisce che il CPIP sia gestito con una combinazione di misure farmacologiche e interventistiche che, in caso di insuccesso, siano seguite, in casi selezionati, da neurectomia (tripla) e rimozione della mesh.
La decisione in merito al tipo di neurectomia più opportuna (selettiva o tripla) è lasciata alla discrezione del chirurgo.
Le misure farmacologiche e interventistiche, inclusi i blocchi nervosi diagnostici e terapeutici, dovrebbero continuare per un minimo di tre mesi (minimo sei mesi dopo un intervento chirurgico di ernia).