Qual è il principio della tecnica di fotocoagulazione?
La fotocoagulazione è una tecnica terapeutica basata sulla proprietà della luce a infrarossi di convertirsi in calore esitando nella coagulazione delle proteine tissutali, nell’evaporizzazione dell’acqua, nella formazione di un’escara e nella consequenziale cicatrizzazione e fissazione della mucosa sovra-emorroidaria alla parete muscolare.
Come si esegue la tecnica di fotocoagulazione?
Dopo avere inserito un proctoscopio, preferibilmente a taglio obliquo, la luce a infrarossi, generata da una lampada alogena, è applicata sul tessuto emorroidario attraverso uno strumento simile ad una pistola dotata di un riflettore che focalizza i raggi per mezzo di un quarzo.
Da 3 a 5 impulsi di luce della durata di 1-1,5 secondi vengono applicati direttamente sul tessuto emorroidario senza che sia necessaria, per le applicazioni al di sopra della linea dentata, iniezione anestetica.
A discrezione dell’operatore è la scelta di trattare uno o più plessi nella stessa seduta.
Il tessuto bruciato reagisce nella stessa maniera di quello distrutto mediante congelamento (crioterapia) o strozzamento (legatura elastica).
La riparazione dell’ulcera solitamente avviene in un mese.
Trattamenti aggiuntivi possono essere ripetuti dopo 2-3 settimane.
Quali sono i risultati della tecnica di fotocoagulazione?
Paragonata alle altre tecniche di “distruzione” emorroidaria, la coagulazione a infrarossi sembra offrire un’efficacia paragonabile ma, con minori complicanze.
In un recente studio randomizzato versus legatura elastica, pubblicato nel 2006 ed eseguito su di un campione di 94 pazienti, Marquez rileva una maggiore frequenza di emorragia precoce ed un maggior dolore post-trattamento con la legatura elastica. Weinsteinriporta una maggiore frequenza di trombosi emorroidaria e di emorragia tardiva in un suo studio comparativo tra la fotocoagulazione ad infrarossi e la legatura elastica.