Qual’era idea nello sviluppo di questa tecnica?
Questa tecnica chirurgica sviluppata da Ferguson ed Heaton nel 1959 fu ideata al fine di superare i comuni svantaggi attribuiti alla emorroidectomia open.
Questi autori procedettero con gli obiettivi di rimuovere la maggiore quantità di tessuto emorroidario risparmiando l’anoderma, di ridurre le secrezioni sierose postoperatorie e di prevenire la stenosi secondaria ad una guarigione per seconda intenzione.
Questa, a oggi, è la tecnica chirurgica di emorroidectomia più frequentemente utilizzata negli Stati Uniti.
Quale deve essere la posizione del paziente nel tavolo operatorio?
Anche se l’intervento viene condotto da alcuni chirurghi con il paziente in posizione ginecologica e nonostante la tecnica originale, descritta dallo stesso Ferguson, prevede che il paziente vien posizionato sul tavolo operatorio in posizione di Sims, la posizione genupettorale o quella di Jack-Knife sono le più utilizzate.
I glutei vengono divaricati con del nastro adesivo al fine di meglio esporre la regione anale.
In cosa consiste la tecnica chirurgica?
Si esplora il canale anale con un anoscopio bivalva di Pratt, con la finalità di permettere al chirurgo di valutare in quali e quanti quadranti è necessaria l’emorroidectomia.
Infatti anche se l’emorroidectomia a tre quadranti, che include cioè le regioni anteriori e posteriori destre e la laterale sinistra è la più comune, essa non è affatto la regola.
Generalmente dopo l’esplorazione con l’anoscopio di Pratt si è soliti sostituirlo con un anoscopio operativo di Fansler; questo grazie ad una fenestratura che corre per l’intera lunghezza dell’anoscopio, permette di evitare un’escissione eccessiva di epitelio anale, aiutando a prevenire la stenosi.
L’anoscopio viene sistemato in modo tale che la fenestratura si allinei con il plesso emorroidario da resecare.
Il plesso emorroidario e la marisca, eventualmente ad esso adiacente, vengono afferrati con una pinza e trazionati in alto e verso il centro del canale anale.
Con delle forbici, tipo Metzenbaum, si incide il tessuto al di sotto della pinza, dalla cute verso l’interno dell’ano, avendo cura di allontanare le fibre dello sfintere interno.
Di solito il plesso emorroidario più voluminoso viene escisso per primo.
Dopo aver separato il plesso emorroidario dallo sfintere interno per la sua intera estensione si procede alla legatura/sezione o all’elettrocoagulazione del peduncolo vascolare.
Una sutura in materiale assorbibile, viene utilizzata per chiudere completamente la ferita chirurgica.
Al fine di garantire una scarsa possibilità di stenosi il chirurgo generalmente procede alla sintesi della ferita con l’anoscopio in situ.