I pazienti operati possono presentare la febbre dopo un’intervento chirurgico.
La febbre nel periodo postoperatorio degli interventi chirurgici addominali è un problema estremamente importante per tutti i medici.
L’origine della febbre post-operatorio può avere cause diverse.
La diagnosi precoce e l’istituzione tempestiva del trattamento necessario possono fare la differenza nell’esito clinico dei pazienti.
Le probabili cause con le loro caratteristiche che devono essere prese in considerazione sono:
Citochine
La febbre si manifesta il 1° giorno postoperatorio ed è correlato al rilascio di citochine (principalmente interleuchina 6) derivante dall’aggressione chirurgica ai tessuti.
Nella maggior parte dei casi, questa febbre si abbassa rapidamente e spontaneamente e il trattamento di supporto prevede analgesia, controllo idroelettrolitico e fisioterapia.
Infezione della ferita
Eritema superficiale, aumento del dolore della ferita o fuoriuscita di pus.
Di solito presenta lieve febbre (a meno che non ci sia infezione profonda della ferita).
Si può accompagnare con la deiscenza della ferita.
Indici di infiammazione aumentati.
Infezione addominale
In caso di febbre dal 5° giorno postoperatorio dopo chirurgia addominale, si raccomanda di eseguire una TC addominale con mezzo di contrasto per via endovenosa per escludere una fonte di infezione addominale.
La terapia prevede l’uso di un’ampia terapia antibiotica e il drenaggio del focolaio addominale mediante approccio aperto o minimamente invasivo (se emodinamicamente stabile).
Infezione polmonare
Lo stato postoperatorio aumenta il rischio di infezione polmonare.
Di solito si presenta come complicanza della chirurgia addominale, spesso dopo laparatomia mediana (il dolore altera la ventilazione polmonare).
Tra i motivi spiccano il dolore che limita la dinamica respiratoria, la sedazione che riduce il riflesso della tosse e l’intubazione orotracheale che aumenta il rischio di contaminazione.
Febbre lieve e di solito non oscillante.
I pazienti presentano segni polmonari nell’esame obiettivo.
Indici di infiammazione sono aumentati.
La diagnosi di polmonite dipende in gran parte dall’imaging e il trattamento è una terapia antibiotica ad ampio spettro, ma guidata dal profilo batterico ospedaliero.
Infezione del tratto urinario
È una complicanza comune in pazienti chirurgici.
L’infezione delle vie urinarie è la più comune infezione acquisita in ospedale ed è correlata al cateterismo urinario in oltre l’80% dei casi.
Di solito compare tra la 3a e la 5a giornata postoperatoria e dovrebbe essere considerata come la causa della febbre.
La diagnosi avviene con analisi delle urine ed urinocoltura. Indici di infiammazione sono aumentati.
Gli agenti più comuni sono i batteri gram-negativi.
Il trattamento consiste in antibioticoterapia (da coprire anche batteri nosocomiali).
Sepsi da catetere venoso centrale
Presenza di catetere venoso centrale ma anche di quelli periferici può essere una fonte di infezione.
Gli accessi venosi grossi e quelli che si usano per la NPT hanno rischio più alto.
I cateteri periferici e centrali devono essere sostituiti o rimossi al minimo segno flogistico nel sito di puntura.
I dispositivi dovrebbero essere cambiati se non è stato identificato un altro potenziale focolaio di febbre.
Febbre può avere valori alti.
Indici di infiammazione sono aumentati.
Può essere presente eritema intorno all’accesso venoso.
Diagnosi avviene tramite l’emocoltura dall’accesso venoso, rimozione dello stesso e la coltura anche della punta del catetere venoso.
Se la febbre persiste per 24 ore dopo la rimozione del catetere, l’uso di antibiotici dovrebbe essere preso in considerazione e dovrebbe essere guidato dall’emocoltura.
Tuttavia, la vancomicina può essere utilizzata inizialmente empiricamente, poiché l’agente più comune è lo Staphylococcus.
Deiscenza dell’anastomosi
Deiscenza dell’anastomosi è un altra causa della febbre postoperatorio
La febbre è oscillante.
Si presenta con aumento del dolore addominale.
Indici di infiammazione aumentati.
La terapia antibiotica deve essere iniziata più presto possibile.
Spesso è necessario un reintervento chirurgico.