Cos’è l’idrocele?
L’idrocele è una condizione clinica, solitamente benigna, che consiste nell’accumulo di liquido nello scroto.
Il liquido, di consistenza citrina, si accumula nella tunica vaginale in maniera abnorme causando gonfiore e a volte dolore testicolare.
Tra le cause dell’idrocele riconosciamo:
-accumulo congenito: si manifesta in età pediatrica ed è la conseguenza dell’incompleta chiusura del dotto peritoneo vaginale (dotto o canale di comunicazione tra cavità addominale e scroto, che in seguito alla discesa del tesicolo dall’addome allo scroto, intorno al VII mese di gestazione, dovrebbe chiudersi spontaneamente);
-accumulo acquisito: nell’adulto si riconoscono cause infiammatorie, post-traumatiche, tumorali o idiopatiche.
Quali sono i sintomi?
Il paziente può lamentare disagio e dolore, data la presenza di cospicua quantità di liquido.
A volte potrebbe essere addirittura difficoltosa la deambulazione.
Talvolta se la quantità di liquido non è abnorme può essere asintomatico.
Quali sono le possibili complicanze se non trattato?
Può accadere in caso in cui lo scroto divenga molto voluminoso per la abbondante quantità di liquido, che la cute possa fissurarsi causando la fuoriuscita del liquido stesso. Tale evenienza è più comune nei pazienti immunocompromessi, diabetici e defedati. E’ dunque importante agire tempestivamente con il trattamento.
Quali sono i possibili trattamenti per l’idrocele?
L’idrocele nei bambini di solito scompare da solo. Nell’adulto è più elevata la probabilità di dover intervenire chirurgicamente.
Nel caso in cui non evochi una sintomatologia importante si può osservare l’evoluzione nel tempo.
E’ possibile inoltre effettuare l’ evacuazione del liquido scrotale sotto guida ecografica, ma il tasso di recidiva è molto elevato.
E’ dunque consigliabile un’ intervento chirurgico, soprattutto in caso di sintomatologia dolorosa persistente.
In cosa consiste l’intervento chirurgico?
L’intervento chirurgico può essere effettuato in anestesia spinale o an. locale con sedazione, anche se la prima opzione è preferibile.
Intervento consiste sostanzialmente nell’eversione della tunica vaginale previo vuotamento del liquido citrino che la sacca contiene. In tal modo si riduce o azzera il tasso di recidiva.
Effettuato il campo operatorio si procede ad incisione a lama fredda della cute del testicolo interessato.
L’incisione può essere trasversale o longitudinale.
Si procede per piani utilizzando l’elettrobisturi raggiungendo la tunica Dartos, che si incide. A questo punto si espone la tunica vaginalis e si apprezza il liquido al suo interno.
E’ preferibile liberare il testicolo dalle aderenze con il Dartos prima di incidere la vaginalis ed evacuare il liquido al suo interno. A questo punto il testicolo viene portato all’esterno attraverso l’incisione cutanea.
Si incide la vaginalis anteriormente al testicolo e si evacua il liquido al suo interno.
La stessa tunica viene poi “eversa” ovvero ruotata nel polo posteriore del testicolo e chiusa su se stessa con una sutura continua, facendo attenzione a non “strozzare” il funicolo spermatico.
Se la tunica vaginalis risulta eccedente prima di suturarla su sé stessa la parte in esubero viene asportata.
A questo punto, reintrodotto il testicolo all’interno dello scroto, si chiude la ferita per strati anatomici.