Nei pazienti cirrotici l’incidenza di peritonite batterica spontanea si aggira attorno al 10-30%, mentre le forme secondarie sono rare (circa 1 ogni 20 forme primarie) e dipendono dall’eziologia iniziale (di cui il 2% si hanno in caso di danno di origine non infettiva). Il 10% si sviluppano in un contesto post-chirurgico per una patologia infettiva ed un 50% in caso di ischemia intestinale gangrenosa.
Per quello che riguarda la peritonite terziaria si può arrivare alla persistenza cronica di infiammazione post-infettiva fino al 50-75% dei pazienti con peritonite secondaria di grado severo.
La mortalità globale per le forme primarie si aggira attorno al 15-50%, mentre le forme secondarie varia fra il 20-90%, condizione che evolve sempre negativamente se non si interviene anche mediante la chirurgia (diversamente dalle forme primarie, dove una laparotomia esplorativa si associa ad una mortalità intrinseca fino all’80%).
La diagnosi ed il management precoce si sono dimostrati in grado di ridurre la mortalità e la morbidità, anche se nei pazienti oltre 65 anni il rischio di morte è aumentato per via delle co-patologie.