Le peritoniti postoperatorie rappresentano una percentuale considerevole di infezioni intra-addominali che possono complicare qualsiasi intervento chirurgico con o anche senza anastomosi intestinale.
È una condizione pericolosa per la vita con un potenziale alto tasso di mortalità, perché la diagnosi può non essere immediata e può portare a un rapido peggioramento delle condizioni cliniche soprattutto nei pazienti di classe B o C; i pazienti di classe A, tuttavia, non devono essere sottovalutati nella loro possibilità di deterioramento clinico.
Tutte le classi di pazienti devono essere sottoposte a terapia antibiotica, la cui durata deve essere basata sui segni clinici dell’infezione e sulla classe di pazienti.
La re-laparotomia precoce sembra essere il mezzo più efficace per trattare la peritonite postoperatoria in tutte le classi di pazienti.
Particolare attenzione deve essere data ai pazienti critici con comorbidità maggiori (classe B–C), che devono essere attentamente valutati e operati durante o dopo un’adeguata rianimazione.
In caso di grave instabilità emodinamica e diffusa infezione intra-addominale, la procedura di controllo del danno deve essere considerata indipendentemente dalla classe del paziente. Alla source control chirurgica e farmacologica vanno associate procedure di ripristino fisiologico.
Classificazione dei pazienti
I pazienti con infezione intra-addominale possono essere classificati in tre classi:
Classe A | Pazienti sani con comorbidità assenti o ben controllate e senza immunocompromissione, dove l’infezione è il problema principale. |
Classe B | Paziente con comorbidità maggiori e/o moderata immunocompromissione ma attualmente clinicamente stabile, in cui l’infezione può rapidamente peggiorare la prognosi. |
Classe C | Pazienti con comorbidità importanti in stadio avanzato e/o grave immunocompromissione, in cui l’infezione peggiora una condizione clinica già grave. |
Popolazione ad alto rischio per complicanze
Possiamo definire grossolanamente una popolazione ad alto rischio in base alle condizioni del paziente:
- bassa concentrazione di albumina sierica;
- età avanzata;
- obesità;
- fumo;
- diabete mellito;
- ischemia secondaria a malattia vascolare;
- irradiazione;
o a fattori di rischio chirurgici: procedure prolungate o ritardate/tardive.
Referenze:
Coccolini, F., Sartelli, M., Sawyer, R. et al. Source control in emergency general surgery: WSES, GAIS, SIS-E, SIS-A guidelines. World J Emerg Surg 18, 41 (2023). https://doi.org/10.1186/s13017-023-00509-4