Proteina C reattiva è la prima proteina ad aumentare come risposta a un processo infiammatorio.
Indipendentemente dalla causa responsabile, come infezioni, traumi, intervento chirurgico, infarto, processi infettivi o neoplastici, l’organismo risponde in maniera aspecifica con la produzione a livello del fegato di alcune proteine dette di “fase reattiva acuta”, quali l’alfa1-antichimotripsina, l’aptoglobina, la ceruloplasmina, il fibrinogeno, il complemento.
L’aumentata sintesi di proteine è dovuta principalmente all’interleuchina 6 e al TNF (Tumor Necrosis Factor).
La PCR è ritenuta l’indice più accurato e sensibile di infiammazione.
Viene utilizzata inoltre per identificare soggetti con maggiori probabilità di complicanze cardiovascolari, consentendo in tal modo un trattamento preventivo e terapeutico più efficace.
La proteina C reattiva è inoltre un indice molto sensibile per il monitoraggio di un processo infiammatorio e di infezioni batteriche, in quanto ha un’emivita breve e i suoi valori aumentano rapidamente, per decadere in maniera altrettanto rapida in risposta al trattamento specifico.
La proteina C-reattiva (PCR) potrebbe non essere diagnostica in modo indipendente, ma è più discriminatoria quando i risultati coincidono con altri marcatori di infiammazione alterati o infezione.
Una meta-analisi del 2004 ha consigliato l’interpretazione della PCR insieme ad altri dati anamnestici, fisici e di laboratorio, piuttosto che utilizzare una PCR isolatamente.
Valori normali
Assente o comunque inferiore a 5 mg/L
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto).
Aumento dei valori della proteina C reattiva
Valori elevati si rilevano in presenza di:
processi infiammatori e infettivi
traumi
ustioni
necrosi diffusa di tessuti
neoplasie
rischio di complicanze cardiovascolari in soggetti a rischio