Il PT (tempo di protrombina) misura la formazione del coagulo in vitro dopo aggiunta di tromboplastina e calcio al plasma.
Misura l’attività dei fattori che intervengono nella coagulazione estrinseca e comune (fattore VII, V, X e protrombina).
È l’esame di elezione per il monitoraggio della terapia anticoagulante orale.
Il sangue scorre fluido all’interno dei vasi. In caso di ferita viene attivato il sistema emostatico. Intervengono inizialmente le piastrine per bloccare l’emorragia grazie al meccanismo di adesione e di aggregazione. Esse producono alcune sostanze che, oltre a richiamare altre piastrine, attivano i fattori della coagulazione, i quali interagiscono con gli altri fino a formare un coagulo stabile.
Talvolta questo sistema produce coaguli quando non servono: si forma in tal modo il trombo.
Tutto ciò accade solitamente per la complicità di più fattori: un sangue troppo pronto a coagulare, un’alterazione della sua composizione, un rallentamento della circolazione, come avviene per malattie che richiedano riposo a letto per lungo tempo, fratture agli arti inferiori, interventi chirurgici, uso di pillola anticoncezionale, gravidanza, disturbi del ritmo cardiaco, tumori.
Un ulteriore fattore di rischio è rappresentato da obesità, eccesso di grassi alimentari, ipertensione, fumo di sigaretta, diabete.
I farmaci anticoagulanti possono risolvere i fenomeni dovuti a trombosi ed evitare complicazioni. Vanno assunti con attenzione e sotto controllo medico rigoroso.
Quando si inizia una terapia anticoagulante può essere necessario ripetere più volte l’esame del tempo di protrombina anche a breve distanza di tempo, ad esempio a giorni alterni, in modo da individuare i dosaggi più adatti a ogni singolo paziente. Una volta individuata la dose corretta, l’esame viene effettuato circa una volta al mese.
Dovrà essere eseguito di nuovo più spesso se viene modificata la dose del farmaco o se subentrano complicanze.
Valori normali
0,9-1,1 (INR)
(Attenzione, gli intervalli di riferimento possono differire da un laboratorio all’altro, fare quindi riferimento a quelli presenti sul referto).
Aumento dei valori del PT
Terapia anticoagulante orale
Carenza congenita di fattori
Epatopatie
Deficit di vitamina K