Cosa si intende per la sensibilità di un test diagnostico?
La sensibilità di un test è la capacità del test di identificare i soggetti che presentano la malattia e corrisponde alla proporzione di soggetti realmente ammalati identificati come tali dal test.
Qual è l’importanza della sensibilità di un test?
La sensibilità è importante quando l’obiettivo è quello di non farsi sfuggire i casi di malattia, come nel caso di malattie gravi rapidamente evolutive, in cui un intervento tempestivo può essere cruciale.
Cosa vuol dire sensibilità alta?
Il significato di una sensibilità alta di un test è che riesce a identificare con una alta probabilità la presenza di una malattia nel caso in cui risulta positivo.
Se un test molto sensibile risulta negativo, si può ragionevolmente ritenere che la malattia non c’è e non occorre generalmente procedere con ulteriori esami.
Come si calcola la sensibilità di un test?
La sensibilità è data dal rapporto:
Sensibilità = Veri positivi / Totale malati = Veri positivi / (Veri positivi + Falsi negativi)
Malati | Sani | ||
Positivi | Veri + (A) | Falsi + (B) | Totale test positivi (A+B) |
Negativi | Falsi – (C) | Veri – (D) | Totale test negativi (C+D) |
Totale malati (A+C) | Totale sani (B+D) |
SENSIBILITA’= A/(A+C)
In generale test molto sensibili sono poco specifici (possono più facilmente produrre falsi positivi). Viceversa, test molto specifici sono in generale poco sensibili (possono più facilmente produrre falsi negativi).