Sindrome dell’ansa esclusa è dovuto a un’eccessiva colonizzazione batterica dell’intestino tenue che si instaura quando la stasi intestinale offre l’opportunità ai batteri di proliferare.
La stasi meccanica, che si può osservare dopo interventi chirurgici gastrointestinali è una causa ovvia di proliferazione batterica.
Di conseguenza si presenta diarrea, meteorismo e disturbi addominali, deficit nutrizionali e metabolici (malassorbimento di vitamina B12, acidi grassi, carboidrati e aminoacidi).
L’ipocloridria gastrica conseguente a gastroresezione, associata alla presenza di un tratto intestinale escluso dal transito intestinale, getta le basi per la contaminazione batterica del tenue ad opera prevalentemente di microrganismi anaerobi (Bacteroides, Clostridium, enterococchi).
L’overgrowth degli anaerobi è tanto rilevante, in circa un terzo dei casi, da pareggiare il numero di microrganismi aerobi.
Diagnosi
Esistono metodi diretti e indiretti per la diagnosi dell’sindrome dell’ansa esclusa.
La coltura dell’aspirato duodeno-digiunale durante esofagogastroduodenoscopia è la più usata ma poco sensibile, in quanto non può raggiungere i tratti digestivi distali.
Tra i metodi indiretti, i Breath tests (o “tests del respiro”) al glucosio e al lattulosio sono i più diffusi.
Trattamento
In primis valutare la situazione di base che l’ha provocata la SIBO.
Se si tratta di una causa farmacologica occorre sospendere, sostituire o almeno ridurre la posologia del farmaco o dei farmaci in questione.
Se si tratta di una patologia sottostante/concomitante, occorre, naturalmente, curare adeguatamente tale patologia.
Il farmaco che a oggi gode di miglior efficacia e tollerabilità sembra essere la Rifaximina polimorfo alfa.
Il dosaggio di 1200 mg/die (400 mg x3/die) per 2 settimane ha la maggior possibilità di successo, privo di rilevanti effetti collaterali. Tale profilo di sicurezza clinica è dovuto al fatto che meno dello 0,1% della dose orale di Rifaximina polimorfo alfa è assorbito a livello intestinale, permettendo di concentrare a livello locale l’azione battericida (inibizione della sintesi di RNA), sia contro gli aerobi che contro gli anaerobi.
Un trattamento complementare utile è quello con probiotici (e.g.:Bifidobatteri, Lattobacilli), somministrati per 2 settimane, dopo la fine del trattamento con Rifaximina.