La sindrome da compressione dell’arteria celiaca, nota anche come sindrome del legamento arcuato mediano o sindrome di Dunbar, è una condizione medica. Si verifica quando l’arteria celiaca, un importante vaso sanguigno che fornisce sangue agli organi addominali superiori, viene compressa o ristretta a causa della compressione del legamento arcuato mediano (una fascia fibrosa di tessuto) e delle strutture circostanti.

Questa compressione può portare a una serie di sintomi e può influenzare il flusso sanguigno verso importanti organi addominali, in particolare stomaco, fegato e milza.
La causa esatta della sindrome da compressione dell’arteria celiaca non è sempre chiara, ma spesso è correlata alla variazione anatomica nella posizione e nell’orientamento dell’arteria celiaca e del legamento arcuato mediano.
La compressione dell’arteria celiaca può provocare una riduzione del flusso sanguigno agli organi che fornisce, portando a sintomi quali:
- Dolore addominale, tipicamente dopo aver mangiato (dolore postprandiale).
- Nausea e vomito.
- Perdita di peso.
- Diarrea.
- Appetito ridotto.
La diagnosi della sindrome da compressione dell’arteria celiaca spesso comporta una combinazione di anamnesi, esame fisico e studi di imaging, come l’ecografia Doppler, l’angiografia con tomografia computerizzata (TC) o l’angiografia con risonanza magnetica (MRA) per visualizzare l’arteria celiaca e l’entità della compressione.
Le opzioni di trattamento per questa sindrome comportano tipicamente l’alleviamento della compressione dell’arteria celiaca. Questo si realizza attraverso un intervento chirurgico, in cui si divide il legamento fibroso che causa la compressione, o attraverso tecniche minimamente invasive come l’angioplastica o lo stent per allargare l’arteria e migliorare il flusso sanguigno.
La scelta del trattamento dipende dalla gravità dei sintomi, dallo stato di salute generale del paziente e dall’anatomia specifica dell’arteria celiaca.
È importante che le persone con sospetta sindrome da compressione dell’arteria celiaca si consultino con un operatore sanitario, in genere un chirurgo vascolare o un gastroenterologo, per una valutazione adeguata e un piano di trattamento personalizzato.