Il singhiozzo è un fenomeno comune e che generalmente si autolimita.
Ha una durata di alcuni minuti ma può presentare una durata superiore alle 48 ore (singhiozzo cronico o persistente) o superiore al mese (singhiozzo intrattabile o incoercibile).
Il singhiozzo incoercibile può avere un significativo impatto sulla qualità di vita del paziente, associandosi a disturbi del sonno, dell’alimentazione, disturbi del tono dell’umore e difficoltà nei rapporti sociali.
Il meccanismo fisiopatologico che causa il singhiozzo rimane non ben chiarito.
L’utilizzo di alcuni farmaci quali antibiotici (azitromicina), chemioterapici (sali di platino, taxani, etoposide, gemcitabina, irinotecan, vinorelbina), benzodiazepine, steroidi, ed oppioidi possono agire come trigger del riflesso del singhiozzo.
Diagnosi
Un’anamnesi ed un esame obiettivo, esami diagnostici più approfonditi possono essere utili laddove la clinica sia suggestiva.
L’identificazione di una causa specifica possa permettere un trattamento mirato.
La TC con mdc ev consente di dimostrare o escludere la presenza di lesioni che interessino in particolare le strutture mediastiniche o il diaframma.
Trattamento
Nel caso del singhiozzo episodico possono essere utili alcuni rimedi:
– manovra di Valsalva;
– trattenere il respiro o respirare in una busta per il tempo di 5-6 atti respiratori;
– bere acqua zuccherata o acqua e limone o acqua ghiacciata;
– tecniche di rilassamento e educazione alimentare;
Nel trattamento del singhiozzo cronico o incoercibile si possono usare diversi farmaci:
-metoclopramide sciroppo 10 ml 3 volte/die;
-clorpromazina 25-50 mg per os 2-3 volte/die;
-baclofen 10 mg per os 3 volte/die fino ad un massimo di 50-75 mg/die;
In caso di singhiozzo intrattabile in pazienti in fase terminale è da prendere in considerazione una sedazione è da ascrivere tra le opzioni percorribili.