I pazienti con trauma dell’esofago devono essere sottoposti ad un trattamento chirurgico immediato in presenza di instabilità emodinamica, evidente stravaso di mezzo di contrasto alle indagini radiologiche e segni sistemici di sepsi grave. In questi pazienti, la chirurgia dovrebbe essere intrapresa il più presto possibile.
Un ampio numero di pubblicazioni mostra che la gestione chirurgica ritardata (> 24h) della perforazione esofagea determina un aumento dei tassi di morbilità e mortalità.
Studi recenti hanno suggerito che, anche se il trattamento chirurgico ritardato non influenzi notevolmente i tassi di mortalità, risulta comunque ridotta la probabilità di una corretta riparazione esofagea primaria.
Nel paziente traumatizzato che necessita un intervento chirurgico d’emergenza per lesioni concomitanti, l’eventuale sospetto di lesione all’esofago va ricercata intraoperatoriamente mediante ispezione diretta, instillazione intraluminale di colorante (blu di metilene) o insufflazione endoscopica.
Il trattamento chirurgico ritardato è indicato in pazienti con perforazione esofagea correlata a trauma dell’esofago in cui la riparazione primaria dell’esofago non era fattibile o aveva fallito.
I pazienti con perforazione esofagea, non idonei per la riparazione primaria, sono sottoposti a resezione esofagea o procedure di diversione ed esclusione. Se sopravvivono, in questi pazienti è necessaria una seconda procedura per ripristinare la continuità del tratto gastrointestinale. La ricostruzione esofagea con colon o interposizione gastrica è di solito programmata 6-12 mesi dopo il trauma.